Marocco 2018/2019
Per ora il periodo di partenza è fissato per la fine dell'anno, anche qui il viaggio può variare in base alle esigenze di ognuno di noi, siamo io e Oddwar con Stefano e Sabrina.
La trasferta via mare dura circa 49h per cui 2 giorni per l'andata e due giorni per il ritorno, saremo in viaggio per 4 settimane, in modo da poter approfittare il più possibile del viaggio senza stressarci e senza stressare troppo i veicoli.
In questo viaggio manca un elemento che ha un modo tutto suo, Paolo, ha già detto che se fossimo partiti in un altro momento sarebbe venuto di sicuro, per cui vedremo se sarà possibile tornare in Marocco magari l'anno prossimo o tra 2 anni.

Non voglio disperdermi troppo con descrizioni previaggio, voglio lasciare il tutto il più intatto possibile, senza andare troppo in dettagli che possano togliere fascino a questa destinazione nonostante abbia già visto e rivisto più documentari e vari video su youtube dei posti da visitare, varie foto delle tracce già fatte e soprattutto un video di Desartica su youtube, che consiglio a tutti di guardare, esprime al meglio il perché si cerca una destinazione simile.
Premetto che il video/film dura un'ora e venti, ma se avete la pazienza di seguirlo tutto, non vi deluderà.
Per me questo viaggio rappresenta una destinazione che da un paio d'anni è li nel cassetto. Perché esattamente voglio intraprendere questo viaggio? Per vedere un altro paese, per mettere i piedi nella sabbia del deserto, per arrivare magari al limite, un altro ambiente di convivenza. Portare al limite il veicolo e scoprire i miei limiti per rapporto al veicolo. In oltre sarà un viaggio da organizzare bene, per chi fa cosa, non tanto per i dettagli delle destinazioni, infatti se ognuno sa cosa deve fare e quando, ciò permetterà una buona riuscita del viaggio senza intoppi che siano meccanici o di ordine logistico, ognuno dovrà pure occuparsi dei propri compiti. Per esempio chi cucina, non si occuperà della manutenzione del veicolo, sia perché le cose vengono fatte allo stesso momento, sia perché non è molto igienico preparare il cibo dopo aver ingrassato il veicolo.

l'itinerario:  ca 3500 Km

Questa è la pianificazione del nostro percorso di 3500km, tra montagne, valli, sabbia, fiumi e sabbia ancora immersi nelle bellezze di questo paese. L'itinerario tiene comunque conto di diverse mete turistiche, quello che vedete sopra è l'itinerario definitivo, che passa da: Chefchaouen, Marrakech, Casablanca e Rabat.

Qui sotto trovate un estratto delle foto di chi a fatto il percorso, naturalmente non le ho messe tutte, in modo da conservare il più possibile la bellezza di questo viaggio.

Al ritorno, la nostra pianificazione è piuttosto diversa da quanto inizialmente previsto, per chi volesse, le tracce riviste e pronti all'uso sono disponibili a richiesta.

Sabato 15 dicembre 2018

Arriviamo a Genova

Domenica 16 dicembre 2018

Niente di che, oggi arriviamo a Barcellona dove il traghetto fa scalo. Scende chi si ferma qui, prendiamo chi viene in Marocco e si riparte.

Lunedi 17 dicembre 2018

Il traghetto ha attraccato al porto di Tangeri alle ore 1930, siamo usciti dal garage della nave e ci siamo diretti a sbrigare le pratiche doganali.

Qui le pratiche doganali sono abbastanza laboriose, infatti abbiamo aspettato 4h per poter passare la dogana.

Grazie a qualche informazione raccolta in precedenza, che elencherò nella pagina dedicata, abbiamo potuto velocizzare alcune pratiche.

Durante la traversata, abbiamo anche fatto conoscenza con una coppia di signori che entravano in Marocco per due settimane di vacanze a bordo del loro bellissimo camion.

Durante la traversata Oddvar ha riconosciuto un suo vecchio amico diretto in Marocco con degli amici svizzero tedeschi, Matteo Castioni, trovate il collegamento al suo sito, nella pagina dei link.

Martedi 18 dicembre 2018

Abbiamo passato la notte nel piazzale davanti alla dogana, infatti, visto l’orario d’arrivo non volevamo subito prendere la strada. Grazie anche a una conoscenza fatta sul traghetto, abbiamo saputo che il piazzale viene sorvegliato dalla polizia.

Dopo lo sbarco e la dogana abbiamo ritrovato gli amici svizzero tedeschi, che avevano nel frattempo deciso anche loro di passare la notte li.

Dopo esserci svegliati e andati a bere un caffè al bar, ho preso il drone e ho fatto qualche ripresa, purtroppo però sono dovuto tornare in dogana e consegnarlo lì, mi è stato detto che mi sarà restituito all’uscita dal paese. Vedremo se è vero.

A quanto pare alla polizia marocchina non piacciono questi affari volanti, infatti, ci hanno pure chiesto se fossimo di un programma televisivo.

Ci siamo poi diretti verso Chefchauen, fermandoci diverse volte, ci siamo guardati in giro, abbiamo pranzato alle 1530 con del Taijin a base di carne di pecora, salsa al pomodoro e uova, davvero buonissimo! Eccellente!

La prima impressione con le persone del posto è stata davvero molto buona, anche in dogana con i doganieri nonostante i disguidi si sono dimostrati disponibili e simpatici.

Il loro francese è a volte difficile da comprendere, infatti, non lo parlano benissimo.

Durante la trasferta a Chefchauen, nei paesini che abbiamo attraversato c’è sempre stata almeno una persona che ci ha salutato calorosamente, al passare dei nostri veicoli hanno sempre scambiato un sorriso e un saluto.

Arrivati alla città di Chefchauen, l’ambiente è parecchio cambiato, all’entrata del paese abbiamo trovato i ragazzi che tornavano da scuola, dove siamo stati accolti dei molti segni di dito medio, al che mi sono chiesto cosa fosse successo qui, per essere accolti cosi.

Mercoledì 19 dicembre 2018

Siamo arrivati a Fès verso le 1630, fatto il check-in al campeggio e organizzato il taxi in direzione della medina. Il tempo di fare una doccia al volo ed è già ora di partire, durante lo spostamento parlo un po’ con l’autista che lavora anche al campeggio dove alloggiamo, ci spiega un po’ la storia della città di Fès, la presenza dell’esercito e della polizia, i palazzi reali del re, ci dice che adora il suo re, che fa bene il suo lavoro, quello che trova peccato è che i diversi ministri mangiano soldi a destra e a manca, infatti a sua conoscenza non esiste una contabilità del regno. Per cui ognuno può fare quello che vuole.

La città di Fès è molto turistica, ci facciamo accompagnare da una guida non ufficiale, che ci è stata organizzata dal campeggio, la guida ci spiega che se dovesse essere scoperto dalla polizia, passerà due notti in prigione. Infatti le guide non ufficiali non sono riconosciute, in quanto, se dovesse succederci qualcosa ed è lui ad accompagnarci, ne è ritenuto responsabile.

Giovedì 20 dicembre 2018

Continua il nostro trasferimento in direzione di Merzouga, partiamo da Fès in direzione di Ifrane, la piccola svizzera del Marocco, un bellissimo paesino, caratteristico e assomiglia davvero molto alla svizzera. Durante il nostro spostamento, abbiamo pure visto i babbuini, scimmie strane ma a loro modo divertenti.

Continuiamo lo spostamento verso Midelt, tappa intermediaria per andare poi a Boudnib, vediamo dei paesaggi che cambiano ad ogni momento, ma ci affascina e probabilmente è anche per questo che siamo qui.

Arriviamo a Midelt, ci fermiamo a fare spesa, notiamo che è veramente una città dispersa in mezzo al nulla, infatti, andiamo al campeggio, sosta e il giorno dopo ripartiamo.

Venerdì 21 dicembre 2018

Partiamo per Boudnib, tappa di 200km su asfalto, il nostro punto fisso è il campeggio Rekkam, splendido campeggio gestito da un francese “ex-Dakar 1989” davvero un bel campeggio, attento ai bisogni di noi europei, mangiare bene, doccia calda ed un posto tranquillo.

Abbiamo approfittato delle sue conoscenze per chiarire alcuni aspetti tecnici per le dune di Merzouga, ci spiega dove potremmo campare, in un oasi ai piedi di una grande duna di Merzouga, arriviamo alla sera alle 2015 al campeggio le petit prince, è da un oretta che vagavamo alla ricerca dell’entrata nelle dune in direzione dell’oasi.

Nel tragitto verso Boudnib, era noto che il tunnel del Legionaire, per il mio camion era troppo basso e che da lì non avrei mai potuto passare, allora, per essere sicuro, appena presa la deviazione prevista, vedo un signore che sta uscendo di casa, mi fermo per chiedere informazioni, purtroppo parla poco francese e non ci capiamo molto, chiede ad una famigliare se parla francese, nel mentre, mi invita ad entrare in casa, io gentilmente rifiuto in quanto dobbiamo proseguire, il signore insiste, la signora parla un poco più francese di lui, ma non ci capiamo, allora, io rinuncio e gli dico di aspettare un attimo, infatti in quell’istante sono usciti di casa un paio di bambini,  entro nella casetta del camion, prendo un po’ di cioccolato e lo lascio ai bambini, il signore insiste e mi invita a casa sua, la signora pure, insiste di entrare in casa, allora torno al camion posteggiato sulla strada e spiego la situazione ad Oddvar che mi dice, ma si entriamo, mica ci mangeranno!

Allora con un sorriso e con il pollice all’insù, faccio segno al signore che accetto il suo invito e mi fa posteggiare il camion fuori casa sua.

Entriamo, prima di entrare nel salotto il signore si toglie le scarpe, al che faccio lo stesso, nel mentre fuori casa Oddvar aspetta Stefano e Sabrina che erano poco dietro di noi.

Arrivati, anche loro entrano in casa, prendiamo posto in salotto, ci offrono pane, olio d’oliva (buonissimo), il classico tè (buonissimo) passiamo un oretta di tempo in salotto con tutta la famiglia, non ci capiamo veramente, ma ci spieghiamo e ci facciamo capire. il tempo stringe, dobbiamo proseguire, allora, gentilmente ci alziamo per uscire, al che ci fanno visitare il giardino, la pianta di oliva dal quale deriva l’olio che ci hanno fatto assaggiare, il forno del pane, la pianta che usano per fare il tè, uno spettacolo, un accoglienza mai vista prima d’ora!

In giardino le donne di casa, circondano Sabrina, la interrogano, la studiano e in fine, come per sorpresa, ci chiedono se abbiamo facebook?! Un po’ sorpresi dalla domanda diciamo di si.

Arriviamo poi a Midelt il pomeriggio, alla sera, abbiamo un po’ di connessione e la famiglia che abbiamo visitato ci ha già fatto la richiesta d’amicizia in facebook.

Sabato 22 dicembre 2018

Partiamo dal campeggio le petit prince, in direzione del museo dei 4x4 di Merzouga, arriviamo al museo, sgonfiamo già le gomme per la sabbia e ci dirigiamo verso l’entrata, il museo è chiuso, giriamo un attimo li in giro, c’è un signore che spunta da una porta e ci apre. Chiediamo quanto costa e ci dice che l’offerta è libera.

Il museo è interessante, corto ma speciale, le auto esposte sono tutte di privati, dopo la visita, ci dirigiamo verso le dune, ne proviamo prima alcune piccole, isolate, poi vediamo che i nostri veicoli si comportano bene e osiamo di più, all’inizio tutto bene, poi piano piano che ci inoltriamo, la tecnica di guida ci chiede sempre di più, arriviamo al nostro limite, accorgendoci che cosi semplice non è, io ho le gomme ancora a 2,5bar, infatti ho paura a scendere di più in quanto le gomme sui dei cerchi con la camera d’aria, se lo pneumatico dovesse girare a vuoto sul cerchio, potrebbe danneggiare la camera d’aria con conseguente foratura.

Decidiamo di tornare in dietro, essendo mezzogiorno, andiamo a mangiare in un hotel qui vicino e chiediamo consigli su come attraversare l’erg, un signore si offre volontario per mostrarci da dove entrare, ci addentriamo e dopo 10 minuti abbiamo fatto 5km di dune.

Arrivati di la, cerchiamo la pista per raggiungere l’oasi, anche qui proviamo una pista, ma dobbiamo rinunciare, davanti a noi si presenta una duna di circa 100m di altezza, per i nostri mezzi, difficile se non impossibile.

Facciamo dietrofront, e qui un altro signore ci si presenta per indicarci la pista, io lascio oddvar in cima ad una duna, e ci allontaniamo, anche qui uno strano sentimento si fa presente, ho lasciato Oddvar in mezzo al deserto, e ci stiamo allontanando sempre di più, non ha con se la radio, per cui impossibile comunicare.

Riprendiamo una pista segnalata sul gps, Stefano è davanti con il mog e io dietro con il saurer, il signore ad un certo punto si ferma e con Sabrina dice: io vi ho aiutato, ora voi aiutate me, ha esposto alcuni articoli da vendere e Sabrina prova a contrattare, il signore gli risponde: io non sono qui per contrattare ma per vendere, al che, abbiamo dovuto prendergli qualcosa.

Nel frattempo arriva Brahim, il proprietario dell’oasi, in poco tempo si sbarazza dell’altro signore e ci fa strada con il quad fino all’oasi.

Qui mi accorgo del problema con la ruota anteriore destra, una fessura, diventata un cratere.

Invertiamo la gomma anteriore con quella posteriore, in modo che se dovesse scoppiare, siamo meno pericoloso trovandosi dietro su un assale fisso piuttosto che sullo sterzo.

Lunedi 24 dicembre 2018

Partiamo dall’oasi, siamo in ritardo, decidiamo di uscire da soli, perché Brahim non ha il quad perché lo ha dato la sera prima al figlio per tornare a casa, partiamo e dopo 10min siamo già “persi” nello scegliere il percorso. Per fortuna nel mentre, Brahim arriva con il quad e in 5min ci “tira” fuori dalle dune.

Qui ci siamo detti, che la sabbia è bella, è impegnativa, ma ci vuole la giusta conoscenza, scegliere quale duna, come prenderla, come è fatta dall’altra parte e come mi ha ripetuto 100 volte Oddvar, non esagerare con il volante, altrimenti davanti “cava” e va sotto.

Usciamo e ci dirigiamo verso la pista, ci aspetta l’asfalto, che però non troviamo, arriviamo ad un certo punto e dobbiamo tornare in dietro, hanno costruito un posto militare in mezzo al paese e cosi facendo hanno bloccato la strada, cerchiamo un alternativa e ci facciamo strada in mezzo alle case, riusciamo a trovare un alternativa e proseguire il nostro viaggio.

Con la nostra esperienza che stiamo vivendo giorno dopo giorno qui in Marocco, ci rendiamo conto che qui tutte le strade portano dappertutto, non importa quale strada prendi alla fine ogni strada porta, la, dove vuoi andare.

Come probabilmente si vedrà dai video, se tu prendi una pista che si rileva poi quella sbagliata, qui non è un problema, esci dalla traccia, cambi pista e continui su quella giusta.

Martedi 25 dicembre 2018

Partiamo al mattino dal campeggio per Zagora, l’unica cosa che sappiamo è che io devo riparare una gomma, si dovrà fare il piano per i prossimi giorni, il resto si vedrà.

Siamo flessibili, abbiamo ancora 2 settimane e mezzo e il tempo non ci manca.

Gli ultimi km di pista, forse, dipenderà tutto dalla tempistica della riparazione della gomma.

Arrivati a Zagora, prendiamo posto in campeggio, ci invitano al garage di famiglia, facciamo conoscenza e una cosa tira l’altra.

Lascio il camion in garage per la pulizia, ci son ben 4 persone che girano in giro al saurer per pulirlo, una cosa mai vista, il risultato è però eccellente.

Faccio qualche lavoretto al saurer, Oddvar si accorge che un paio di bulloni sono molli, infatti per caso, prendendo il parafango sinistro in mano, ha notato due bulloni molli sul supporto della ruota di scorta. Due chiavi del 17 e la cosa è a posto.

Si certo, passiamo il natale in garage, ma non ci importa, l’importante è che i nostri veicoli siano di nuovo in forma per affrontare quanto ancora ci resta da fare.

Mercoledi 26 dicembre 2018

Siamo ancora a Zagora, abbiamo nel frattempo visitato la città, trovato un amico, fatto conoscenze, trovato un posto meraviglioso, un Riad aperto da appena 20 giorni, una cosa spettacolare, ci invitano a visitare la loro galleria d’arte, qui tutto è in vendita, il tutto sta nel contrattare.

Riserviamo pure la cena per la sera nel ristorante, come al solito, un buon Tajin.

Il proprietario si definisce un artista, ci presenta tutta la famiglia, ci spiega che come artista è un po’ pazzo, un po’ come tutti gli artisti.

A cena come entrata, un piatto d’insalata, una cosa mai vista, per 4 persone sarà stato un piatto di 3 kg di insalata, buonissima, anche se poco condita.

Il piatto principale la quantità giusta, dopo aver mangiato un bel po’ di quel piatto enorme d’insalata. Consigliamo veramente quel ristorante, il Riad Jasmine Sud, veramente un bel posto.

Giovedi 27 dicembre 2018

Sempre in quel di Zagora, passiamo un po’ di tempo con i nostri amici svizzero tedeschi, che abbiamo un paio di volte ritrovato lungo il percorso qui in Marocco.

All’ora di cena prendiamo posto in un ristorante, comandiamo la cena e dopo un po’ arriva Ueli (uno degli amici svizzero tedeschi) con Debby (di halloabenteur) facciamo la consocenza di Debby, un paio di risate assieme, ci confrontiamo sempre sulla tecnica dei nostri veicoli, del più e del meno e ci rilanciamo battute a vicenda.

Venerdi 28 dicembre 2018

Siamo ancora a Zagora, il pezzo di Stefano è arrivato, gli rimontano la scatola dello sterzo, regoliamo i conti con il garage e si parte verso una piccola comunità autonoma. Veniamo accolti con grande stupore, ci fanno posteggiare e come d'abitudine ci viene detto di non preoccuparci dei veicoli che li tengono d'occhio loro. Naturalmente questo "servizio" si paga, d'altronde come tutto per noi turisti qui in marocco.

La comunità si fonda sul principio dove ogni artigiano produce per l'interesse della comunità, i prodotti vengono poi venduti al mercato o ai turisti e il ricavato viene ridistribuito equamente a ogni artigiano.

Sabato 29 dicembre 2018

Partiamo a malincuore da Zagora, una città che mi è piaciuta parecchio, ci ritornerò di sicuro, infatti è anche conosciuta come la porta del deserto, proprio da qui si passa per accedere al sud del Marocco per poi prendere la direzione del deserto.

Una città che mi ha dato tanto, i suoi abitanti ci hanno dato tanto, sempre presenti con la loro "strana" gentilezza e il loro modo di fare così bello.

Ci trasferiamo verso Ouarzazate, lungo la valle del Dra, l'idea è di prendere la strada verso Nord. Siamo arrivati a metà del nostro viaggio.

Anche qui passiamo attraverso luoghi deserti, no non siamo più nel deserto, ma qui la presenza umana è ancora piuttosto limitata, questo non vuol dire che non vediamo nessuno, anzi, da qualche parte sbuca sempre qualcuno.

Arriviamo poi a Ouarzazate, ci fermiamo per il pranzo, lasciamo i veicoli a bordo strada, cosi un po' come capita, ci assicuriamo solo che sia tutto chiuso a chiave, un panino al volo, i ragazzini che ci prendono in giro in arabo, ridono, noi pure (anche se non capiamo niente) allora ridono di più. Siamo d'avvero dei turisti.

Il panino è buono, costa poco, rifornito alla grande con di tutto e di più.

Vediamo che c'è il mercato, è gia un po' tardo pomeriggio, decidiamo di restare, lasciamo i veicoli in strada e ne approfittiamo per visitare il mercato, c'è di tutto, ma proprio di tutto, passiamo la serata in giro, troviamo un piccolo ristorante dove mangiare, ci fermiamo, si mangia bene. Dopo cena finiamo il giro al mercato, ritorniamo ai veicoli, c'è ancora tutto e ci trasferiamo in campeggio.

Domenica 30 dicembre 2018

Ripartiamo dal nostro campeggio in direzione beni mela la, o questa almeno è la destinazione ultima dei prossimi giorni.

In primo luogo ci aspetta una strada di montagna, non sappiamo bene cosa aspettarci ma lo scopriamo quasi subito, una strada stretta, sterrata, con uno strapiombo sulla nostra destra e dall’altra parte un muro dovuto alla costituzione della strada. La concentrazione alla guida è massima, grazie all’aiuto di Oddwar anche qui prezioso, arriviamo a destinazione in tutta sicurezza. Durante il tragitto non nascondo il dubbio sullo stato della strada, infatti non sapevamo se la strada fosse adatta ai nostri veicoli, ma non avevamo molte altre possibilità. Questa mulattiera, che ha messo alla prova i miei nervi e la mia concentrazione, ci porta fino all’altezza di circa 3000 metri sopra il livello del mare, se ricordo bene siamo arrivati a 2900 metri.

Lunedi 31 dicembre 2018

Ripartiamo la mattina, la temperatura è di 8 gradi, il proprietario del campeggio ci invita a visitare delle grotte, Stefano, Sabrina e Oddwar entrano in casetta del camion, mentre il proprietario è venuto con me in cabina cosi da darmi le indicazioni su dove andare, non era molto complicato a queste altezze non ci sono molte strade da sbagliare strada.

Qui abbimao visto un episodio un po’ bizzarro, il cane di due francesi è scappato dal campeggio ed è andato a finire da due marocchini a casa loro, per scacciare il cane, gli hanno tirato dei sassi, terrorizzati dal cane infatti si sono subito coricati in casa, ma non gradendo la visita del cane , hanno poi pensato di tirargli dei sassi per scacciarlo.

La visita alle grotte è stata al quanto particolare, infatti, noi pensavnmo fosse più o meno preparata per essere visistata, mentre che invece la grotta era naturale al 100% era presente solo una scala per facilitare un passaggio, altrimenti ci siamo addentrati nella grotta per una mezzoretta circa, non capendo quanto avremmo ancora potuto camminare, decidiamo di uscire.

Riaccompagno la nostra guida al campeggio, riprendiamo ognuno i nostri veicoli e proseguiamo il viaggio.

Alla sera arriviamo in un hotel in un paese sperduto, mangiamo qualcosa, ci sediamo attorno al fuoco con il proprietario e ne approfittiamo per fare due parole, parliamo del piu e del meno, ci rendiamo conto di quanto qui la famiglia sia una cosa fondamentale e che gli ospiti sono da trattare con cura. Non ci lasciamo coccolare troppo, siamo semplici, e non vogliamo fare i complicati.

Martedi 01 gennaio 2019

Alla mattina, dopo qualche frizione mattutina, si riparte, destinazione Beni Mellal, andiamo a trovare un marocchino che abbiamo consciuto sul traghetto, ci ha invitato a casa sua e per non disonorare l’invito, andiamo a trovarlo.

Arriviamo nel tardo pomeriggio al campeggio e decidiamo di passare la serata qui.

Mercoledi 02 gennaio 2019

Visto che il nostro tragitto prevedeva di prenderci un giorno qui a Beni Mellal e ne approfittiamo per fare un giro in barca. Siamo poi invitati a casa sua a pranzo. Visitare un luogo con una conoscenza locale è davvero molto bello, infatti loro come per noi dalle nostre parti, consociamo quei posti belli e particolari da visitare.

È un lago, parecchio grande che viene usato per la produzione di corrente elettrica, quello che è davvero particolare è che la diga non la si può fotografare e che è sorvegliata dall'esercito, infatti il fratello del nostro contatto locale lavora per l'esercito. Tema un po' sensibile visto che pure io lavoro per l'esercito, ma non lo stesso, affrontiamo il discorso con cautela, ma niente di che preoccuparsi, come lui ha scelto questa strada per il suo paese, l'ho fatto io.

Abbiamo visitato anche delle vecchie grotte che erano un tempo abitate, il concetto è davvero molto interessante di come sono state costruite su più piani e come hanno collegato tra loro le diverse camere. Abbiamo poi visitato un luogo particolare appartenente ad un albergo di lusso della zona, dove ci si può recare solo in barca, se si vuole qualcosa da bere, lo si deve comandare all'hotel e si deve aspettare che qualcuno lo porti in barca. Il posto è davvero stupendo, naturalmente come posto di lusso è curato e tenuto bene, tanto che c'è sempre un custode. Per oggi questo è il nostro punto di ritorno. Da qui riprenderemo la navigazione verso casa del nostro conoscente per recarci a pranzo. Come potete vedere dalle foto, il pranzo è stato qualcosa di spettacolare.

Giovedi 03 gennaio 2019

Ci dirigiamo verso le cascate di Ouzoud Un posto carino, dove abbiamo fatto conoscenza con delle scimmiette, o almeno, la Sabrina ha fatto conoscenza con le scimmiette. Siamo arrivati, le abbiamo osservate ma niente di che, non ci hanno veramente osservato, fin tanto che la Sabrina si è abbassata e ha preso il suo sacco davanti a lei, lì una scimmietta, in men che non si dica, si è arrampicata sulla sua spalla aspettando che uscisse qualcosa di interessante dal suo sacco, non contenta ha pure provato ad aprirlo, cioè, sapeva cos'è una cerniera.

Riprendiamo poi il cammino verso il fondo valle, cerando di trovare come raggiungere le cascate da vicino, ci avviamo su un sentiero, proviamo ad andare un po' a casaccio ed è qui che scopriamo quanto il turismo in questa zona sia influente, tutto e dico tutto è stato cambiato per il "turista" buttano i rifiuti giusto accanto ai ristoranti, non viene pulito niente, ci sono bar abbandonati a sé stessi, e di nuovo immondizia. Continuiamo il nostro cammino e raggiungiamo la base della cascata, anche qui, nonostante il posto sia davvero bello, è davvero una delusione vedere il manco rispetto alla natura e alla bellezza del posto, tutto fatto per il "turista"

Io non mi sento di consigliare questo posto, l'economia e il ritorno economico di questo posto, a mio modo di vedere non dovrebbe essere di maggiore importanza della bellezza di questo posto.

Alla sera passiamo accanto ad un lago, una stradina sterrata e poco battuta porta in riva al lago, decidiamo di scendere e di passare lì la notte. Facciamo il bagno, scopriamo si tratta di un lago salato e osserviamo i pescatori pescare una serata davvero particolare dove mi dico, sarebbe bello, vista la mancanza di luce, fare una foto alle stelle. Mi assicuro di avere tutto pronto, avevo già fatto la doccia e poco dopo arriva un signore che parla poco francese, e quasi solo arabo. Chiede chi sia il capo, Oddvar indica me e il signore si fa avanti nella mia direzione. Mi dice che li non possiamo stare, che lui è il capo del lago (pensando volesse dei soldi) non li ho dato possibilità di trattare, allora telefona ad una persona e mi passa il telefono, parlo con questa persona al telefono e mi dice di nuovo che è il capo del lago e che lì non possiamo stare, o andiamo al villaggio in casa sua a dormire oppure andiamo via. Ci consultiamo velocemente e decidiamo che Stefano e Sabrina vanno al villaggio a vedere di cosa si tratta e io ed Oddvar cerchiamo un campeggio nelle vicinanze. Nessun campeggio, ripieghiamo su una stazione di polizia, nel frattempo arriva Erwin, (Stefano e Sabrina sul mog), li informiamo che non c'è nessun campeggio ma che possiamo andare in polizia. Alle 2300 circa arriviamo in polizia, bussiamo alla porta e gli spieghiamo la situazione, ci lasciano stare lì, ci chiedono i passaporti e ci facciamo così registrare.

Venerdi 04 gennaio 2019

Passata la notte davanti alla stazione di polizia, alla frescura mattutina ci alziamo e ne approfittiamo per guardarci un po' in giro, infatti ieri sera non abbiamo avuto né la luce né il tempo di poter veder cosa ci circondasse, alla mattina scopriamo un vecchio ponte che con la luce del sole e quella foschia mattutina mette in risalto il suo profilo, ne approfittiamo per fare qualche foto.

Salutiamo i poliziotti e ringraziamo per l'aiuto, se fosse stato da noi, ci avrebbero mandato via di sicuro. Prendiamo la strada direzione Casablanca, ci fermiamo in un campeggio poco fuori in periferia, lasciamo i nostri veicoli e andiamo a farci un giro sul lungo mare. Ne approfittiamo degli ultimi giorni prima di dover rientrare verso Tangeri, cioè, stiamo già risalendo ma non vogliamo ancora troppo pensare al rientro.

Sabato 05 gennaio 2019

Sul mog di Stefano prendiamo la strada per la città di Casablanca, troviamo un posteggio appena fuori città e a piedi raggiungiamo la moschea, già in lontananza la sua imponenza ci sorprende, è la terza più grande al mondo ed è per 2 terzi sopra il mare, cosi costruita la moschea è a contatto con i 4 elementi della vita, l'acqua, la terra, l'aria e il fuoco.

Costruita per 2 terzi sopra l'oceano a contatto con l'acqua e il resto sulla terra, il tetto si può aprire, avendo cosi un contatto con l'aria e naturalmente il fuoco.

È la moschea più grande del Marocco e una delle più grandi al mondo, il suo minareto con 210m di altezza è il più grande del mondo. 7 anni di lavori hanno portato alla costruzione di questo simbolo nazionale dal magnifico aspetto e di una presenza elegante la sera al calar del sole.

Domenica 06 gennaio 2019

Risaliamo ancora verso Tangeri, siamo a Rabat capitale del Marocco, anche qui arriviamo abbastanza presto, ne approfittiamo per fare un giro e visitare la medina, all'entrata una finta guida ci invita a seguirlo perché presto sarà l'orario della preghiera e poi la medina verrà chiusa. Dopo una lunga discussione con il personaggio riusciamo a fargli capire che non vogliamo essere accompagnati, durante il giro, un po' improvvisato tra le stradine capitiamo da un signore che ci invita ad entrare in casa sua, ci permettiamo di entrare, nonostante ci avesse invitato e visitiamo casa sua. Parliamo un po' del più e del meno con il signore e ci incamminiamo di nuovo per uscire dalla medina, all'uscita ci troviamo un signore che sorveglia il parco interno e chiediamo se la medina chiudesse durante l'orario di preghiera e naturalmente ci risponde di no.

parlando con alcune persone locali scopriamo che c'è una moschea che non è mai finita da visitare, ci informiamo su dove di trovasse esattamente e andiamo a vedere, arrivati alla moschea, troviamo parecchi dettagli che lasciano immaginare la struttura finale, anche questa, davvero una bella struttura seppur non finita.

Nella stessa struttura si trova anche il mausoleo di "Mohammed V" il padre della moderna nazione Marocchina, fu il sultano del Marocco dal 1927 al 1953 poi in esilio dal 1953 al 1955 e fu ancora riconosciuto Sultano al suo rientro in patria e Re del Marocco dal 1957 al 1961. Si sposo tre volte ed ebbe 7 figli. Un figlio divenne poi Re del Marocco e una figlia una figura moderna della donna islamica, più permissiva, che scatenò diverse polemiche in Marocco al suo ritorno dagli studi tra i ranghi dei più conservatori.

Lunedi 07 gennaio 2019

Decidiamo di dirigerci di nuovo verso l'entro terra, vorremmo finalmente passare una notte in riva ad un lago, finiamo in un cantiere, creiamo un po' di scompiglio tra gli operai, e alla fine debbiamo in tardo pomeriggio ripiegare in un campeggio. Abbiamo di nuovo visto il paesaggio marocchino e approfittato comunque della vista sul lago, una tappa che non è per forza di cose indispensabile.

Martedi 08 gennaio 2019

Risaliamo sempre verso Tangeri arrivando in periferia, ne approfittiamo per andare a visitare le grotte di Hercules, molto carine ma attenzione agli ingressi, la visita alle grotte se non erro è gratuita, mentre i furbetti, con un apposito cartello, ti fanno pagare un'entrata per andare a visitare un negozietto animato da due "musicisti" mi sento di consigliare la visita delle grotte, ma attenzione a cosa andate a visitare. Abbiamo poi soggiornato al campeggio Miramonte.

Mercoledi 09 gennaio 2019

Ultimo giorno in terra Marocchina, ne approfittiamo per fare il pieno ai veicoli, approfittiamo ancora un po' dell'aria africana e ci dirigiamo poi verso il porto, facciamo dogana, riesco a recuperare il mio drone depositato all'entrata in Marocco e all'apertura delle porte per l'imbarco imbarchiamo. Come di vede dalla foto a sorpresa di Oddvar, sono stanco morto, ma i due giorni di nave sono ben confortanti per recuperare un po' di sonno e di energie.

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Sabato, 30 marzo 2019

Ritornati dal Marocco, molti pensieri prendono posto ancora nella mia mente, il ritorno al lavoro è un po’ come non aver mai dimenticato la Svizzera, certo, ci mancherebbe altro, quello che posso dire, soprattutto grazie al mio copilota, abbiamo vissuto ogni momento con intensità, quasi come se fossimo sempre stati li, da molto tempo. Abbiamo spesso discusso della loro realtà e della nostra cercando di capire. Non abbiamo mai detto è meglio o peggio, abbiamo sempre detto, è diverso.

Fare un riassunto delle emozioni, di cosa abbiamo visto, di cosa ci siamo portati a casa e cosa invece abbiamo lasciato così com’è per la prossima volta è impossibile, ci vorrebbe un libro intero. Sicuramente il detto; chi va nel deserto non ritornerà la stessa persona di quella che è partita, in parte è vero, io generalizzo un po’ ma trovo sia più rappresentativa, ogni paese può cambiare una persona. Abbiamo visto cose di cui eravamo coscienti: i bambini poveri, i nomadi che vivono nel deserto con le loro tende, la gente che a tutti i costi ti aiuta, ti invitano a casa propria per il the, poi sei lì, davanti a quel bambino in mezzo al deserto, dove veramente non c´è niente e ti colpisce, non come avevi pensato, ti prende la pelle, ti fa venire la pelle d'oca e torni in dietro, ti fermi, ti guardi in giro ed è sparito. Dopo un po' torna, con la sorellina, allora scendo dal camion e con Oddvar gli lasciamo qualcosa, quel qualcosa che nel momento in cui glielo abbiamo dato, l'ha condiviso, (al contrario dei bambini delle città che vogliono solo qualcosa dal turista di turno) allora io e Oddvar colpiti dal gesto del bambino, gli lasciamo ancora qualcosa in più. Questi sono i momenti che un paese come il Marocco ci ha lasciato, questi momenti che ancora oggi scrivendo questo riassunto, mi fanno venire la pelle d'oca. 

Sicuramente tornerò in Marocco, non subito, forse tra 2 o 3 anni, per ora, guardo di ricordare quanto sia stato bello, quanto ci abbia lasciato e cosa potremo, di tutto questo, un giorno forse trasmettere ai nostri figli. La stessa passione per il viaggio, per l'avventura e per la scoperta incondizionata di un bellissimo paese.

Oggi, finisco di scrivere questo riassunto, penso al futuro, provo a fare dei piani per i prossimi viaggi cosi da portare avanti questa bella passione, questo modo di viaggiare e ancora una volta la scoperta incondizionata di un paese. Diciamo, che provo a coinvolgere la Meggy in tutto questo, per il momento ci sto riuscendo, gli piace, è contenta e in un certo senso deve forse ancora "ambientarsi bene" in 11m2.


Buona strada a tutti

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